RASSEGNA STAMPA » NUOVO LIBRO DI MARCELLO CAMICI
NUOVO LIBRO DI MARCIELLO CAMICI
Riassunto
L’opera traccia una storia organica e completa della vicenda della chiesa di San Mamiliano nell’isola di Montecristo. La narrazione si apre con la guerra di Corsica cioè con quel tormentato periodo del millecinquecento in cui Spagna e Francia si contendevano il primato in Europa e il mar Tirreno settentrionale divenne uno dei campi di contesa. In questa guerra furono i territori insulari di Corsica e dell’arcipelago toscano a soffrirne e l’isola di Montecristo non si sottrasse. È infatti durante la guerra di Corsica che si colloca l’abbandono definitivo del monastero di San Mamiliano da parte dei monaci dopo l’incursione di Dragut rais alleato dei francesi.I monaci avevano abitato l’isola per circa mille anni.
Per far capire questo lungo periodo di vita monastica in Montecristo è stato necessario narrare la vita di Mamiliano, “vir Dei”, perché tutto iniziò quando egli nel V secolo dopo Cristo s’insediò nella solitaria isola granitica dove visse da eremita con pochi compagni. Mamiliano è un protagonista del monachesimo insulare tirrenico insieme con altri eremiti che vissero su altre isole: l’Autore e i Collaboratori narrano diffusamente di questo monachesimo. La narrazione poi si sviluppa sulle vicende riguardanti l’origine e lo sviluppo della vita eremitica sull’isola che si concretizzò con la nascita di un vero e proprio monastero con un abate, una regola religiosa dapprima benedettina e poi camaldolese. La narrazione si dipana lungo le lotte che insorsero per l’introduzione della regola di S. Romualdo: i monaci si opposero diventando ribelli al volere papale.
Infine si narra del periodo di massimo splendore e potenza del monastero intorno al milleduecento e della successiva decadenza con l’abbandono definitivo nel 1553. Le cause di questo definitivo abbandono sono narrate inquadrandole nella situazione politica europea ed italiana che si era andata sviluppando anche con l’ingresso sulla scena dell’impero ottomano per poi soffermarsi sulla figura di Dragut rais, sulla sua ferocia verso “i cani nazareni”, sulla vicenda della distruzione del monastero avvenuta nell’agosto del 1553, monastero che però era già in stato di forte decadenza e quasi del tutto abbandonato. Da allora giace in completo abbandono.
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