CONSIDERAZIONEI SULL'ORDINAZA REGIONALE CHE HA DISPOSTO LA CHIUSURA DELLE ATTIVITA’ COMMERCIALI PER PASQUA E PASQUETTA di Giovanni Fratini
pubblicato lunedì 5 aprile 2021 alle ore 09:33:05
Come non dare ragione al Presidente della CNA Serini per la pesante critica che ha riservato all’ultima, assurda ordinanza regionale con la quale è stata disposta, venerdì due, la chiusura, nei giorni di Pasqua e Pasquetta, di tutte le attività commerciali. Dai piccoli negozi di vicinato, alle medie e grandi strutture di vendita, ai centri commerciali.
Una ordinanza, al solito, piena zeppa di richiami a precedenti provvedimenti regionali e del Governo del tutto inutili, specie quelli ormai scaduti, non più in vigore. Come la delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio dello scorso anno (!) con la quale fu dichiarato, per sei mesi, lo stato di emergenza sul territorio nazionale. Una ordinanza presa per il timore, come si legge nella premessa, che mantenere aperte le attività commerciali nella domenica di Pasqua e nel lunedì di Pasquetta, avrebbe potuto “indurre ad un massimo e diffuso afflusso di persone sia presso le strutture di vendita sia per le strade”. Per di più, in quei due giorni festivi, sarebbe stata “difficile......l’attività di controllo per prevenire, limitare e sanzionare i comportamenti vietati”.
Purtroppo chi ha avuto l’ottima pensata di imporre quel divieto a ridosso della Pasqua, fuori tempo massimo, non ha considerato che la chiusura totale avrebbe, invece, provocato un “massimo e diffuso afflusso di persone” nei precedenti giorni di venerdì e sabato. Come si è puntualmente verificato. E non ci si è neppure preoccupati di richiedere al Ministero dell’interno un parere che confermasse la temuta impossibilità di garantire un efficace servizio di controllo da parte delle Forze dell’ordine.
Una ordinanza, inoltre, come ha giustamente rilevato il Presidente della CNA “poco chiara”, che ha messo in allarme i titolari di attività artigianali e di pubblici esercizi ( panifci, pasticcerie, rosticcerie, pizzerie, ristoranti, gelaterie ecc....) tant’è che l’Assessore regionale alle attività produttive Marras ha dovuto pubblicare una nota di chiarimento, con la quale peraltro si è scoperto che la mazzata della chiusura riguardava solo il commercio in sede fissa e non il commercio ambulante. Per cui mentre un piccolo negozio di vicinato di generi alimentari, dove possono entrare al massimo una o due persone, ha dovuto chiudere, un banco di generi alimentari in un mercato, dove si verificano spesso assembramenti, ha potuto lavorare.
Sempre nella motivazione dell’ordinanza si può leggere che i nostri Amministratori regionali sono molto preoccupati per “l’evolversi della situazione epidemiologica e il carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia”.
Forse se fosse stata subito garantita la vaccinazione delle persone più anziane e di quelle più fragili per ragioni di salute, la diffusione del virus sarebbe stata molto più contenuta. Putroppo su questo fronte,ad oggi, la Toscana è terzultima nella graduatoria delle Regioni, con un modesto 46%. Battiamo solo la Sicilia ( 42%) e la Calabria ( 39%). E non è stata colpa della mancanza di vaccini, ma di scelte diciamo.....”politiche” ben chiare, come ha più volte denunciato il neo consigliere regionale Marco Landi.
Non me lo sarei mai aspettato!
Giovanni Fratini
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