I SINDACI E L'ACQUA POTABILE

I sindaci  che comunicano alla  famiglie   che l’acqua  di rubinetto  è  pericolosa dimostra , in modo impietoso, come chi ci  amministra  sia in ritardo   sui  problemi della  gente. Problemi che, invece, dovrebbe  conoscere  per poterli risolvere.  Ma  veramente  i sindaci dell’Elba  pensano che vi sia   una  mamma all’ Elba,  che faccia  bere  l’acqua di rubinetto  ai propri   figli?   Anche se  hanno più di tre anni? Ma questo è ridicolo. Tutti    sanno che l’acqua   che  viene inviata  nelle nostre  case  non è acqua potabile.

Il Movimento  “ELBA  2000” lo sta denunciando da 15 anni. Le sue  denuncie sono state riprese  ampiamente  dalla stampa (IL TIRRENO, LA NAZIONE, LISOLA, ELBA OGGI, TELETIRRENO), sempre    smentite  dai dirigenti ASA che continuavano a ripetere,  in modo irresponsabile, che l’acqua  era potabile.   E ne erano  talmente  convinti   che  inviavano le cartelle  di pagamento come se lo fosse.

Si può dire  senza tema  di essere smentiti  che questa vicenda  per le gravi implicazioni   che ha  sulla salute  dell’intera popolazione  elbana,  per la latitanza  della classe politica, e questo nonostante l’alta percentuale  di medici, rappresenta bene  il rapporto   tra gli elbani e chi li rappresenta  e  problemi  e chi li dovrebbe  risolvere. La situazione  e tragica  ma fa ridere.

Nel 2005 vi  fu un tentativo  di  iniziare  una  causa  civile collettiva   contro  ASA,   poi finita   nell’indifferenza generale.  Adesso   visto, che il presidente  Rossi  ne  organizza   una   per   coloro che sono rimasti bloccati dalla neve, potrebbe  darci  una mano, visto che lui  era  assessore   regionale  alla Sanità   quando  la Regione  chiese  la deroga,  ma si dimenticò di  avvertire, come la legge imponeva     la popolazione   del pericolo che correva. Quindi lui  ha una responsabilità diretta.

Qui di seguito  una delle lettere inviata ad ASA.

Giovanni Muti  Loc  Forte Inglese    57037 Portoferraio (Li)

                                                                       Portoferraio, 06.09.05 

-Spett. Asa

Via del Gazometro, 9 57122 Livorno

-Spett. Asa sede Elba loc. Antiche Saline 57037 Portoferraio

OGGETTO: Costo del servizio di fornitura di acqua potabile

Il sottoscritto Giovanni Muti, residente in Portoferraio loc. Forte Inglese, con riferimento alle bollette ricevute da codesta Spett. azienda relativamente al saldo 2004 e al 1° acconto 2005, fa presente quanto segue:

-nel contratto stipulato con l'ente gestore;.pella parte relativa agli obblighi del gestore stesso, si parla esplicitamente di "fornitura di acqua" pótabile";

-l'acqua che viene erogata e che arriva ai rubinetti, nelle case, non è acqua potabile; tanto è vero che la Regione, ai sensi del decreto legislativo 2 febbraio 2001, n° 31, ha chiesto una deroga al Ministero della salute, in particolare per la quantità di boro presente nell'acqua (imputabile, si sa, al fatto che l'acqua dei pozzi della « .*Val di Cornia è ricca di boro). E' vero che la deroga è stata concessa ma, a parte il fatto che comunque non si dovrebbero mai superare i 3 mg di boro (e invece ciò accade nella maggior parte dei'•~casi), la deroga di cui trattasi, ai sensi del citato decreto legislativo, è valida solo a condizione che la Regione e l'ente gestore del servizio provvedano ad informare adeguatamente la popolazione (il che, a quanto mi risulta, non è mai accaduto). A conferma della non potabilità del ll'acqua sta la nota, in mio possesso, diffusa dall'ufficio igiene del territorio dell'Asl n° 6, sede Elba (responsabile Dr. Genghi), in relazione al quantitativo di boro presente nell'acqua erogata: in quasi tutti i punti in cui sono stati effettuati i prelievi i risultati confermano la presenza di boro abbondantemente al di là dei limiti massimi consentiti dalla normativa vigente. Va tenuto anche conto del fatto che, oltre al boro, sono presenti nell'acqua ferro ed altri metalli pesanti, in quantità che, talvolta, raggiungono anche le 20 o 30 volte i massimi consentiti, come dimostrano i risultatii di altre analisi Asl in mio possesso. Da tutto questo si evince, oltre ai gravi pericoli per la salute degli utenti del servizio idrico, un evidente inadempimento contrattuale da parte del gestore del servizio medesimo: per contratto è obbligato a fornire acqua potabile ed invece eroga acqua non potabile, facendola però pagare come acqua potabile;

-per questo motivo, il sottoscritto chiede che venga ricalcolato l'importo relativo alle bollette succitate, applicando ai quantitativi consumati la tariffa dell'acqua non potabile, e chiede che gli vengano rimborsate le somme versate in eccesso;

-insieme ad altri utenti del servizio idrico, in collegamento con alcune delle grosse associazioni dei consumatori a livello nazionale, stiamo costituendo un comitato, a tutela dei nostri diritti e della nostra salute. In seguito, chiederemo, per quanto possibile, il rimborso degli importi pagati in eccesso negli anni scorsi (in sostanza, anche per i quantitativi applicati in passato, dovranno essere applicate le tariffe dell'acqua non potabile);