LA PATRIA COMUNE di Marcello Camici
pubblicato domenica 22 gennaio 2017 alle ore 09:42:13
Ho apprezzato che il presidente della repubblica ha affermato che serve unità davanti alla tragedia dell’albergo distrutto dalla valanga di neve.
Ho anche riflettuto sul perché l’abbia fatto .
Essere uniti,essere una nazione è infatti un valore e richiamarlo alla memoria collettiva nei momenti difficili può aiutare aggiunto a quello della solidarietà.
Essere uniti,essere una nazione è un sentimento: un sentire che abbiamo valori comuni.
Un sentimento nazionale che è alla base del nostro risorgimento.
Un sentimento che ho avuto modo di toccare,di percepire leggendo documenti d’archivio relativi al periodo 1859-1860.
All’epoca si combatteva per la "causa nazionale" cioè per l’indipendenza e la libertà della patria e della "famiglia italiana":l’Italia.
Con il risorgimento gli italiani divennero patrioti e un popolo.
Erano orgogliosi di sentirsi italiani pur appartenendo a stati diversi .
Sentirsi italiani.
Morivano per questo sentimento nazionale: l’indipendenza della patria comune.
E l’Italia divenne non più una semplice espressione geografica ma quel territorio in cui oggi viviamo.
Ho settanta anni .
Appartengo alla generazione che è nata subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Ringrazio Dio per avermi concesso di arrivare a questa età.
E’ una età,questa, che consente di ricordare.
Come non ricordare,ad esempio, che nella politica italiana la parola patria comune non solo non è stata momento unificante ma di divisione ,che assai spesso è stata associata a quella di "reazionario", che i partiti divenuti espressione della politica hanno alimentato divisioni sul sentimento nazionale di patria comune.
Hanno dimenticato il nostro risorgimento? Lo hanno tradito ?
Marcello Camici
mcamici@tiscali.it
|