IL PENSIERO DEL CANCELLO, O IL CANCELLO DEL PENSIERO di Angelo Mazzei
pubblicato lunedì 12 agosto 2019 alle ore 08:51:20
Tra le cose importanti da mettere in pratica quando si desidera valorizzare il patrimonio della propria terra, è certo la "narratività".
Persone in grado di studiare, elaborare, interconnettere e scrivere, a modo loro e nel limite della loro misura lo fanno.
Poi c'è anche un'altra operazione, meno intellettuale ma altrettanto importante: la "accessibilità".
Per questo ci sono gli enti superiori e locali - che attraverso adeguati interventi di restauro, messa in decoro e in sicurezza, messa in rete e a sistema, - rendono fisicamente fruibili i siti d'interesse e di valore.
Ma le reti di recinzione e le cancellate non sono simboli di un linguaggio di recettività, accoglienza ed apertura. I lucchetti sono simboli di potere negativo. Sono retaggi di pensieri miseri che ragionano secondo schemi logici di approccio "protezionistico".
Il protezionismo non può essere il fondamento di un pensiero amministrativo e gestionale che intenda generare plusvalore gratuito dal patrimonio che già possiede.
Le basi ci sono già. Si parte dalla consapevolezza storica. Ovvero la Memoria. Che ove manchi va solo destata. Che il "da dove veniamo" di cui ci parla la Storia risponde simultaneamente e non localmente a due altri immensi interrogativi.
In filosofia si chiama (auto-) Coscienza Ontologica. In parole povere vuol dire che dobbiamo scoprire chi siamo stati, pensarci e parlarne, per poter capire chi siamo e che ne sarà di noi.
Per questo estrapolo questo passaggio dal forte carico simbolico, ben raccontato da Muti sul suo magazine:
"... purtroppo, per molti amministratori, la chiusura di un cancello è un atto di potere. Quindi, per loro, i cancelli servono solo se sono chiusi."
Nota. L’articolo a cui fa riferimento Angeglo Mazzei è LA CULTURA DELLA GABBIA E I SUOI EFFETTI di G.Muti
http://www.elbanotizie.it/articolo.asp?key=14502
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