ACQUEDOTTO - LE PERDITE QUESTE (S)CONONOSCIUTE - di Marcello Meneghin
pubblicato domenica 10 ottobre 2021 alle ore 08:23:30
Molti messaggi o articoli dei giornali e dei blog locali e riguardanti l’acquedotto elbano sostengono giustamente che l’intervento da fare per primo è una rilevante riduzione delle perdite d'acqua potabile facendo rilevare che la metà della costosa acqua prodotta dal costruendo dissalatore andrà anch’essa perduta. In questo ragionamento ci sono alcuni dettagli da rilevare.
Una rete d'acquedotto come quella in argomento molto vecchia e soprattutto destinata ad alimentare un territorio altimetricamente molto variegato, come quello dell’Isola, presenta problemi di perdita quasi impossibili da eliminare. Prima di tutto la pressione di esercizio. Ci sono zone abitate e situate in territori bassi, cioè a pochi metri sul livello del mare, dove di giorno si deve mantenere una pressione elevatissima (oltre ai cento metri sul suolo), pressione necessaria perché esistono aree abitate alimentate dalla medesima rete che si trovano in alto e tale pressione è necessaria per farvi giungere l'acqua. Questo accade di giorno perché è nelle ore diurne che detta acqua serve. Ma di notte quando i consumi arrivano a zero, la pressione aumenta moltissimo e le perdite vanno alle stelle (infatti la maggiore parte di perdita è quella notturna).
Ora, per eliminare quella perdita non basta cambiare le condotte perché una gran parte dii essa è dovuta agli allacciamenti privati molti dei quali sono vecchissimi e costruiti con lunghi tubi di ferro arrugginito e pieno di rotture.
Per risolvere il problema bisognerebbe far tutto nuovo e progettato in maniera diversa in quanto dovrebbe garantire una adeguata regolazione della pressione di esercizio, tutt’altro che facile da ottenere proprio per la configurazione del territorio molto accidentato. Cambiare qualche tratto di condotta senza rifare gli allacciamenti privati, il cui costo sarebbe a carico degli utenti, serve poco perché il problema della pressione eccessiva rimane, anzi aumenta di più nella restante e vecchia rete posta a valle.
Si capisce che rifare ex novo tutto l’acquedotto studiato su basi diverse con regolazione della pressione (che non è affatto facile) richiede cifre enormi non reperibili e non giustificate. Quello che occorrerebbe fare subito, oltre a tutto il possibile per eliminare le grosse perdite con manutenzione straordinaria, sarebbe disporre di tanta tanta acqua avente basso costo di produzione e dopo continuare a tollerare perdite un po' eccessive ma giustificate dal basso costo dell’acqua .
In questa affermazione bisogna tener presente che l’acqua di pioggia (di costo quasi nullo) che cade annualmente nell’Isola, corrisponde a ben dieci volte quella necessaria per l’acquedotto. Il problema consiste nella necessità di creare i necessari volumi di accumulo soprattutto invernali per poterne disporre d’estate. Ma sappiamo tutti che all’Elba si parla, si progetta, si costruisce di tutto , ma degli invasi è addirittura proibito parlare e soprattutto scriverne. Da tenere ben presente che neanche il nuovo dissalatore sarà affatto munito di un suo serbatoio di accumulo necessario per livellare il divario fra produzione del dissalatore che è fissa ed il consumi degli utenti che è variabilissima.
Ma sepete invece cosa si fa?
Si fa esattamente il contrario dando il via alle modalità di produrre acqua al maggior costo possibile come è quella proveniente dal dissalatore e lo si fa senza tener conto di quanto sopra e cioè che circa la metà di quel costosissimo prodotto del dissalatore andrà perduta! Nel frattemòpo si lascia scaricatre a mare inutilizzati fiumi di acqua piovana invernale.
In conclusione la riduzione delle perdite all ‘Elba nella situazione attuale è quasi impossibile. La Soc. ASA ha provato a fare la regolazione della pressione ma il territorio non lo ha concesso che in minima parte. Al giorno d’oggi i grandi acquedotti adottano il sistema della distrettualizzazione ed ASA ad un certo punto ha scritto che l’avrebbe adottata all’Elba. Io mi ero scagliato contro con tutte le ragioni che non la ammettono e, per fortuna non se ne è fatto nulla sempre a causa del difficile territorio elbano.
Conclusione detta in veneto: "el mondo roverso"
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