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NAPOLEONE E IL RISORGIMENTO ITALIANO di Marcello Camici :




«L'Europa sarebbe diventata di fatto un popolo solo; viaggiando ognuno si sarebbe sentito nella patria comune… Tale unione dovrà venire un giorno o l'altro per forza di eventi.


 

L'ALTRA RIVA DEL MARE di Danilo Alessi:






In quest ’ultimo lavoro di Danilo Alessi uscito per i tipi di Persephone Edizioni, un uomo e una donna, si incontrano e si innamorano, vivendo contemporaneamente altri luoghi e le sponde di molti mari mentre, un recente passato, irrompe dalle pagine “intime” ma “collettive” di “L’altra riva del mare”


 

IL GUARDIACACCIA DI Marcello Meneghin:




Il romanzo di Marcello Meneghin è un intreccio di storie vere e di invenzione o meglio di supposizioni. È la ricerca del nome di un assassino. Un intreccio immaginario che si sposa bene con la magia delle montagne.


 

L'ELBA UNA COLONIA :




L'opuscolo "L'ELBA UNA COLONIA" contiene "L'INTERVISTA A MR. X " E " IL PIANO" dove viene analizzata una situzione che mirava a realizzare un piano di colonizazione che avrebbe smantellato e portato, oltre canale, tutti centri direzionali dall'ufficio turistico APT, ai servizi idrici e alla Sanità ecc E anche come gli elbani sarebbero stati sistematicamente esclusi da ogni incarico direttivo. Visto che tutto si è relizzato come previsto, questa pubblicazione ha avuto un valore profetico.

L'OPUSCOLO PUO' ESSERE INTERAMENTE SCARICATO


 

MAGO CHIO' Vita e leggenda del Primo free - climber del Mondo di Giuliano Giuliani:




Mago Chiò era vissuto nella seconda metà dell’Ottocento. Nato a Portoferraio nell’Isola d’Elba qualche anno dopo l’Unita d’Italia in una delle vie più antiche della vecchia Cosmopoli ( nome che fu affibbiato alla città nei primi tempi della sua costruzione


 

Giuliano Giuliani "AFFANDAMENTO DELL'ANDREA SGARALLINO" :




la ricostruzione attraerso la voce dei protagonisti della più grande tragedia che abbia colpito una nave civile nel mediterraneo durante nell'ultimo comflitto mondiale


 

“Passioni”, romanzo di Maria Gisella Catuogno:




“Passioni”, romanzo di Maria Gisella Catuogno che l’Editore il, Foglio Letterario di Piombino, ha portato alla Fiera del Libro di Torino.


 

Affari e politica a Portoferraio di Giovanni MUTI:




Questo libro è per la verità e la giustizia!

Vittorio Sgarbi


 

LA BALENA BIANCA. E LA CADUTA DELL'ULTIMO CASTELLO:




. la partita a scacchi della politica, dall'elba alla toscana
Claudio De Santi




 

IL FANTASTICO VIAGGIO DEL COMANDANTE GRASSI:




RACCONTO DI UN VIAGGIO IN CINA


 

Nuovo libro di Marcello Camici:




Nuovo libro di marcello Camici


 

IL NUOVO LIBRO DI LEONIDA FORESI:




UNA PARTE IMPORTANTE DELLA NOSTRA MEMORIA


 

OGGI AD “ UN GIORNO. . . UNA PAGINA” MASSIMO NAVA CON IL SUO ROMANZO “INFINITO AMORE “

pubblicato lunedì 16 settembre 2019 alle ore 12:13:54


OGGI AD  “ UN GIORNO. . .   UNA PAGINA” MASSIMO  NAVA  CON IL SUO  ROMANZO   “INFINITO AMORE “

 



"INFINITO AMORE" di   MASSIMO NAVA



 



La sera del primo settembre 1814, una giovane donna sbarca all'isola d'Elba. È la contessa polacca Maria Walewska, arrivata in incognito per incontrare l'uomo che l'ha amata: Napoleone, in esilio sull'isola da qualche mese. Si ritrovano per una notte, che trascorrono insieme sulle alture di Marciana Marina, nella tenda dell'imperatore. È la notte dei ricordi, dei rimpianti, dei sogni struggenti. Napoleone si prepara a riconquistare la Francia, alla gloriosa e inutile impresa dei Cento giorni. Maria, con il piccolo Alessandro, avuto da Bonaparte, ripartirà in una notte tempestosa per cominciare un'altra vita, breve e infelice. Nel racconto toccante e suggestivo di un'ultima notte, l'imperatore e la bellissima Maria rivivono la loro vita di corsa, il primo incontro in cui lui la folgorò, l'orgoglio di lei quando fu lui a innamorarsi perdutamente, il loro inseguirsi per tutto l'impero - proprio come in una fiaba -, i momenti d'immensa felicità... e infine le scelte strazianti, le cocenti delusioni, l'incapacità di arrendersi alla Storia. Nella notte stellata dell'Elba, Napoleone e la sua sfortunata amante si danno un ultimo bacio prima della riconquista di Parigi e della sconfitta di Waterloo. L'imperatore e la contessa Walewska, che portano sulle proprie spalle tutto il destino dei loro popoli, diventano un uomo e una donna qualsiasi. E la Francia napoleonica il palcoscenico di un dramma universale e attualissimo, quello degli amanti costretti dagli eventi a dirsi addio. Massimo Nava dà vita in queste pagine a un rigoroso e vasto affresco della grande Storia in uno dei suoi momenti fatali; e insieme tratteggia con sapienza un'appassionata avventura umana, nella quale la politica e l'amore, il calcolo e i sogni si intrecciano nel destino di un uomo e di una donna nei quali tutti, oggi, ci possiamo riconoscere.



 



 



 



 



 





 



 



 



L’intervista  di  GIANCARLO RICCIO



 



 



Un romanzo storico o una storia d’amore (molto ben raccontata) immersa nella storia? Oppure un intreccio tra i due generi? “Un intreccio, direi. Il romanzo storico è in generale la narrazione di fatti storici realmente avvenuti. E con fonti documentate, tanto che un romanzo storico è una cronaca a livello però più alto. La storia d’amore è una ispirazione e dunque una creazione artistica. La Mischung, il miscuglio tra i due generi è quello che ho tentato di fare io”.



Massimo Nava, editorialista da Parigi del Corriere della Sera, una lunga esperienza precedente da inviato di guerra e di politica estera, ha scritto “Infinito amore” (Mondadori) e lo presenterà oggi 5 agosto a La Villa in Badia, alle 17.30, il 12 a Brunico e il 18 agosto a Comano, con un prologo ad Arco nella mattina dello stesso giorno. A La Villa, Nava incontrerà lo storico Ferdinando Fasce ed Enrico Franco, direttore del Corriere dell’Alto Adige e del Corriere del Trentino.



 



 



 



Un libro intenso, paradigmatico e avvincente. La sera del primo settembre 1814, una giovane donna sbarcò all’isola d’Elba. Era la contessa polacca Maria Walewska, arrivata in incognito per incontrare l’unico amore della sua vita, Napoleone, in esilio sull’isola da qualche mese. Si ritrovano per poche ore, due notti che trascorrono insieme sulle alture di Marciana Marina, nella tenda dell’imperatore. E’ l'incontro struggente in cui rivivono sogni, rimpianti, progetti che non potranno mai più realizzarsi. Napoleone si prepara a riconquistare la Francia, alla gloriosa impresa dei cento giorni, inutile, ma per lui più importante dell’amore. Maria, con il piccolo Alessandro, avuto da Bonaparte, riparte in una notte tempestosa. Continuera' ad attendere e a sperare.



 



Nava, fin qui qualche frammento della narrazione. Una storia d’amore fortemente paradigmatica, eppure “normale”.



 



“Io racconto essenzialmente una storia d’amore. I protagonisti sono veri, sappiamo quando, come e perché si sono incontrati. Poi, l’intensità o meno di un sentimento e di emozioni, le suggestioni che il mio libro cerca di trasmettere sono chiaramente frutto di una creazione”.



 



Del resto, le tredici lettere di Napoleone che lei ha ripreso e adottato nella stesura del libro sono autentiche.



 



“Sì, certo. Lettere, biglietti, il diario di Maria Walewska costituiscono il canovaccio, la traccia. Però racconto soprattutto l’intensità di queste testimonianze scritte. Si può scrivere “ti amo” sulla sabbia o su una t-shirt: ma scrivere come Napoleone e Walewska si amarono è altra cosa”.



 



Perché la sua scelta di far parlare come Io narrante i figlio Alexander?



 



“Questa idea è nata come artificio tecnico. Raccontare questa storia in terza persona, in modo dunque “classico”, avrebbe inevitabilmente dato all’intero libro l’impostazione del romanzo storico. Usando un personaggio come Io narrante, ci porta inevitabilmente nella dimensione del romanzo puro e semplice”.



 



Non sembra ci sia solo questo, però.



 



“In secondo luogo, l’Io narrante – che di fatto finisce con l’identificarsi con l’autore – consente anche un altro tipo di artificio, di impostazione del libro. Cioè quello di un bambino, figlio dei due, che va lui stesso alla ricerca delle fonti per scoprire la propria storia e per raccontare la sua verità. Di fatto, introduce così una nuova distanza tra realtà storica documentata e del bambino che la va a scoprire”.



 



Si possono ritrovare nel suo libro riferimenti alla Storia più recente? Ai nostri tempi, c’è un altro Napoleone in giro per l’Europa? E un’altra Maria Walewska?



 



“ In termini così netti, credo di no. Posso però dire che esistono cronache di ieri e di oggi (e probabilmente anche di domani) di storie di tanti amori clandestini. Che possono essre di personaggi famosi o di persone normali. Nella storia che racconto, c’è innanzitutto la storia di un uomo e di una donna che si incontrano, che si amano. Poi, però, vedono il loro sentimento condizionato dalle circostanze. Politiche, familiari, istituzionali”.



 



Napoleone era allora un uomo sposato.



 



“Appunto. E aveva sulle spalle le sorti della Francia. Non può dunque cedere completamente al sentimento. E Maria, a sua volta sposata, è una donna che si sacrifica per amore della Polonia. Poi, vorrebbe avere quanto ogni donna che ama sogna di avere. Ma vi dovrà rinunciare. Tra il regno di Francia e, che so, il mutuo da pagare di ogni famiglia, esiste una forte differenza”.



 



Lei è un giornalista di grande esperienza e di lungo corso, ha raccontato e analizzato il mondo. Quando trova il tempo per scrivere un libro?



 



“Il tempo si trova. Scrivere un libro come questo è innanzitutto un piacere. Non si tratta di sostituire il tempo lavorato, ma sostituisce il tempo delle vacanze e quello del riposo. Poi, trascorrendo spesso parte delle vacanze proprio all’isola d’Elba, è scattato anche una sorta di automatismo. L’Elba è molto presente, ovviamente, nel libro. Del resto, c’è tempo per il lavoro e per le vacanze. Io le ho utilizzate scrivendo questa storia”.



 



 



 



 



 



 



 



Le pagine



 



 



Dietro il profilo del monte Giove, spuntò la luna. Le lampade a olio e il fuoco dei camini e dei forni camini brillavano nella prima oscurità e sembravano formare un grande braciere che zampillava nella vallata.



Mia madre si  rinchiuse nel suo mutismo e si nascose il viso con un velo nero. Era inquieta, nervosa. E non riusciva a nasconderlo.



 C’erano molte cose che non capivo. Cominciai a farle domande, che lei accoglieva con sospiri pazienti, ritardando le risposte. Perchè aveva voluto quel viaggio così faticoso e pieno d’insidie? Chi ci avrebbe ospitato per la notte che stava per scendere?  Ero infreddolito. L’umidità penetrava nelle ossa.



Finalmente sorrise. Mi diede una carezza e mi mise una mantella sulle spalle. Durante il tragitto, mentre i sobbalzi della carrozza mi tenevano sveglio, cominciò un lungo racconto. O per meglio dire, una confessione.



-“Conoscerai un uomo molto importante, il padrone dell’isola. Ci conosciamo da molto tempo, anche se non ha potuto esserti vicino in questi anni. So che  ti vuole bene e che ogni sera recita una preghiera per te. Devi volergli bene anche tu, come lui te ne vuole. Tra poco, staremo tutti insieme, nella sua casa.”



 



Non aggiunse altro. Sperava che mi addormentassi. Forse temeva che il racconto potesse turbarmi. Era la prima volta che mi parlava di un uomo che ci voleva bene, di un uomo nella nostra vita.



 Teodor cominciò a raccontare la storia dell'isola. Rievocò le invasioni dei pirati e disse che l’Elba era abitata da galeotti mandati al confino dopo la Rivoluzione. Immaginai quindi che anche il nostro ospite fosse un brigante, o forse il capo dei pirati che avevano terrorizzato i villaggi della costa. Teodor aggiunse l’Abeille faceva parte della flotta dell’Elba e che quindi avremmo dovuto evitare commenti sulle scomodità e gli imprevisti del nostro viaggio.  Chi era dunque il misterioso personaggio che ci avrebbe ospitato per qualche notte in cima a una montagna? Mi apparve strano e inquietante che non fossimo stati ricevuti nella capitale dell’isola, Portoferraio. Mi aspettavo di dormire in un castello, presidiato dai soldati del signore dell’Elba. Avevamo intravisto, in lontananza, dal ponte dell’Abeille, soltanto le mura fortificate a ridosso del porto e le luci di un palazzo  che dominava la rocca.



“Incontrerai un uomo buono, che ci vuole bene…..” Ripetè mia madre, che finalmente si era decisa a raccontare. Rimasi, rapito, ad ascoltare la storia di questo misterioso personaggio che in qualche modo era legato alla mamma.  Dunque non era ----un brigante, ma il signore dell’isola. “Il re dell’Elba”, precisò.



 



Come in una favola, la favola di una principessa, la favola della mia vita, immaginai di vederla, accanto a lui, in una carozza d’oro, e poi al suo fianco, sul trono della reggia. Un signore con un cavallo bianco e un mantello blu e una corona in testa. Un eroe! La fantasia correva, mentre ogni sospiro e ogni sguardo e ogni parola di mia madre facevano crescere la curiosità di sapere tutto del misterioso personaggio e del suo regno -----tutto racchiuso in un’isola così piccola.



Gli occhi si chiudevano, ma le sue parole, confuse dal dormiveglia, s’impressero nella memoria.



 Strinse al grembo le mie mani infreddolite. Mi fissava dritto, cercando parole che un bambino potesse comprendere. Si dilungò ancora in dettagli sul cammino da compiere e in descrizioni dei luoghi che avremmo presto visitato. Temeva di provocare emozioni troppo forti, rivelandomi la verità su di lei, sulla nostra famiglia, sulla mia vita.



 “Bambino mio, dovremo viaggiare ancora un poco, non sei stanco, vero che se forte? I cavalli sono veloci e i soldati ci accompagneranno… E ci proteggeranno.”



 



Aggiunse che il nostro ospite si era ritirato sulle montagne di Marciana  perchè quell’estate faceva troppo caldo, ma che, di solito, “viveva nel suo bellissimo palazzo di Portoferraio”.



 “E’ il re dell’isola e tutti gli abitanti devono obbedire ai suoi ordini e alle sue leggi”, aggiunse.



 In quella lunghissima notte, rischiarata da una bella luna, mi svelò il grande segreto della sua vita.



All’improvviso, --- apparve un uomo con gli stivali infangati, piccolo e grassoccio, che ci veniva incontro a piedi, senza corteo di carrozze e scorta di soldati a cavallo. Non riuscivo a credere che quello fosse il re che avevo immaginato. Fu così che lo vidi per la prima volta. E fui deluso di conoscerlo in quello stato. Non aveva medaglie sul petto, né  corona, né sciabola, né mantello. Il suo aspetto era dimesso.



 



Con un tono solenne, la mamma fece le presentazioni. Mi strinse fra le braccia e disse :  “Il signore dell’Elba è il tuo vero papà”.



 Un groppo alla gola m’impedì di pronunciare una sola parola. Sentii le gambe fremere. Ero di nuovo sveglio, con gli occhi spalancati. Lo sconcerto che avevo avvertito pochi istanti prima, per quell’uomo un po’ curvo e dimesso che non sembrava proprio il re delle favole, si tramutò in un sentimento molto simile all’orgoglio, che cominciò a scorrere nelle mie vene. All’idea di essere suo figlio, associai la possibilità che mia madre – che tutti chiamavano contessa Walewska – fosse diventata a mia insaputa una principessa, e che io fossi quindi un principe. Mi avevano raccontato che ero venuto al mondo in una notte tempestosa, fra tuoni e saette. Pensai che -- fosse il contesto favorevole alla nascita di un sovrano. Un giorno avrei avuto anch’io un trono, magari in un castello in riva al madre. Come mio padre. 



Non ebbi il tempo di riavermi dallo smarrimento e dalla gioia per avere avuto, così all’improvviso, ---- il diritto di avere un padre e di chiamarlo per nome e presto  di abbracciarlo.



 



Mia madre mi regalò una seconda rivelazione, conducendomi nei segreti della corte di Parigi, dentro le misteriose stanze dei palazzi dell’Impero, che io avevo visto soltanto da fuori e da lontano, durante le cerimonie pubbliche. “Hai già visto il tuo papà a Parigi e lui ti ha accarezzato e baciato. Ma non puoi ricordartelo. Eri così piccino! Ma lui aveva insistito : voglio vedere mio figlio! E io lo accontentai.”



 



“Ti avvolsi in una coperta per nasconderti e proteggerti dal freddo. Entrammo da una porta segreta nel suo palazzo. Un cameriere ci fece da guida e ci aiutò a salire le scale buie e strette. Poi, attraverso un lunghissimo corridoio, giungemmo al suo appartamento. Dovevamo far presto, quel genere d’incontri non poteva durare che pochi minuti. Lui voleva vederci, ma poteva farlo soltanto di nascosto. Tuo padre era un uomo sposato. Nessuno, nella ---- reggia, avrebbe dovuto a sapere della nostra visita.  Entrai nella stanza, scostai la coperta dal tuo viso e lui si chinò a baciarti. Poi ti diede un buffetto sulle guance. Mi pregò di tornare la settimana successiva. E quella volta cominciasti a piangere, credo per lo spuntare dei denti da latte, e le tue urla si sentivano forte. Lui aprì la porta, fece un cenno al nostro cameriere e ci fece andare via di corsa. Per  molti mesi non potemmo più vederlo.”



 



Avevo dunque già incontrato mio padre, ma per quanti sforzi facessi nemmeno un’ombra risaliva dalla memoria. Pensai che un padre potente dovesse essere lontano, inafferrabile, poco disposto a occuparsi della famiglia e dei figli.



Eppure stavo per vivere quel misterioso legame, unico e indissolubile, che unisce un padre e un figlio, la straordinaria sensazione di essere guidati con mano ferma e al tempo stesso protetti. Dalla tenerezza e dall’esperienza. Sentivo di volergli bene.



Il suo sguardo era dolce, i modi gentili, gli occhi grigi esprimevano malinconia e smarrimento. Con un ampio movimento del braccio si era tolto il cappello in segno di saluto alla comitiva. Aveva l’aria stanca, un po’ curva, per niente autoritaria.



Mia madre proseguì nelle presentazioni. E fece di colpo ancora una  rivelazione, la più incredibile e sconvolgente.



“Ecco l’Imperatore dei francesi! Ecco Napoleone Bonaparte! ”



 Pronunciò quel nome forzando il tono, per quanto la scena dell’annuncio, in mezzo a una strada sterrata dell’Elba, senza rullo di tamburi e sventolio di bandiere, non potesse avere nulla solenne e cerimonioso.



Quell’uomo non sembrava proprio un imperatore. Il nostro imperatore! L’imperatore dei francesi! I miei insegnanti  mi avevano raccontato le ---imprese e le conquiste, le vittorie e la gloria. Ma a quel tempo aveva conosciuto le miserie dei comuni mortali, la sconfitta e la solitudine. Il sorriso di mia madre gli restituì un po’ di luce.



 



 



 





 



 



 



 



Biografia



 



Nato a Milano nel 1950, ha cominciato giovanissimo la professione, nel 1969 è entrato come cronista alla redazione di Avvenire di Milano.



Dopo un lungo viaggio di studi negli Stati Uniti all'epoca del Watergate, inviando corrispondenze al quotidiano milanese, nel 1976 si è laureato in lettere e filosofia all'Università statale di Milano con una tesi su Stereotipi e pregiudizi nelle comunicazioni di massa.



Nel 1975, al Corriere della Sera[2] come redattore nella cronaca milanese. Successivamente è inviato speciale e corrispondente di guerra, dall'Asia all'Africa, dai Balcani all'ultimo conflitto in Iraq. Fra i suoi reportage più importanti, la caduta del Muro di Berlino, la riunificazione tedesca, la guerra nella ex Jugoslavia, il genocidio in Ruanda, i massacri di Timor Est, la guerra civile in Somalia, il conflitto in Iraq. Ha scritto anche importanti inchieste sulla società italiana, il terrorismo degli anni di piombo, i problemi del Mezzogiorno, seguendo in particolare i fenomeni della mafia e della camorra, la ricostruzione dopo il terremoto, il sequestro Cirillo. A Palermo, ha fatto l'unica intervista concessa da Salvo Lima, poco prima della sua uccisione.



Nel 1982 ha vinto il Premiolino per i reportage da Napoli sul fenomeno della camorra. Nel 1984 ha vinto il premio l'"Altra Napoli" per i reportage sugli aspetti positivi della società civile e dell'economia napoletana.



Nel 2001 è stato nominato corrispondente per il Corriere della Sera da Parigi, e in seguito editorialista di politica internazionale con base Parigi. In Francia ha intervistato presidenti e importanti personalità della politica e della società francese.



Con il poeta libanese Adonis è autore di Polvere di Bagdad, dramma teatrale per la regia di Maurizio Scaparro, andato in scena in diversi teatri italiani e interpretato da Massimo Ranieri e Eleonora Abbagnato nel 2009.



 



 




  • < >, Mondadori, 1990.

    Carovane d’Europa, Rizzoli, 1992.




  • Kossovo c’ero anch’io, Rizzoli, 1999




  • Milosevic, la tragedia di un popolo, Rizzoli, 2001




  • Vittime. Storie di guerra sul fronte della pace, Fazi.




  • Sarkosy, l’uomo di ferro, Einaudi, 2007.




  • Sarkosy, l’homme de fer, Michalon 2007.





            Désir de France, Michalon, 2007



 



 



 



 



 




 




 



 



 



                          Infinite Love



                                                         by Massimo Nava



 



 



 



 



Infinite Love is a historical novel telling the story of the Polish countess Maria Walewska and her son, Alexandre, as they embark on a dangerous journey to meet the exiled Emperor Napoleon – her one true love and his estranged father. In a series of flashbacks, the tortuous story of Maria and Napoleon’s love is retold: his pursuit of her; her dutiful submission; their clandestine meetings across Europe; and their final goodbyes on the Italian island of Elba.



 



Told in the form of a memoir written by Alexandre and set against the background of the end of the French First Republic in 1814/15, Infinite Love draws on historical sources and Walewska’s own diaries and letters. Ultimately, it is the story of many ‘infinite loves’: Napoleon and Maria’s passion; a mother’s dedication to her son; a son’s pining for a father; and of duty to one’s own country.



 



* * *



 



Facing financial ruin in her native Poland, the young and beautiful Maria Walewska is forced at the behest of her mother to marry a much older nobleman to save her family. When Napoleon visits the country, they meet briefly and he falls immediately in love with her, demanding that they begin an affair.



 



Maria is initially reluctant, but the Emperor’s aide General Duroc persuades her to relent, in the hope that it will help ensure the Emperor’s support for the country in its bid to escape foreign domination.



 



Eventually, Maria gives in. And her grudging acceptance soon turns to love. The affair is kept secret, but Maria moves around Europe to stay near to the travelling Emperor. Wracked by pious guilt, Maria sneaks in and out of the Emperor’s residences. She falls pregnant in Vienna, but returns to Poland so that the son may be officially recognised by her husband.



 



Maria and Alexandre go to live in Paris in an apartment near the imperial residence, where the affair continues with clandestine meetings – in some cases, with the Emperor dressed in disguise – around the city. After a series of military defeats, though, the Emperor is forced to abdicate and goes into exile on the Italian island of Elba.



 



Maria, two of her two siblings and Alexandre flee Paris in hiding as the First Republic crumbles around them. They make their way across France and Italy, before enduring a terrible storm as they cross from the Italian mainland to the island of Elba.



 



During the final leg of the journey, Maria reveals to her young son the identify of his real father. He is not the son of the man whose name he bears, but of the man they are about to meet: the King of Elba, the exiled Emperor Napoleon.



 



There, amid the evocative scenery of the Island of Elba, the ecstasy of Maria and Napoleon’s first meetings is reignited and Alexandre is at last part of a family. But Napoleon is preparing to retake France, in the glorious but ultimately doomed endeavor of the Hundred Days. And after just a few days together, Napoleon must bid a final and emotional farewell to Maria and Alexandre.



 



* * *



 



Massimo Nava is an Italian journalist and author. He worked as a war correspondent on many fronts and now writes from Paris for the Italian newspaper Corriere della Sera.



 



Infinito Amore was published in Italy in 2014 by Mondadori and has been awarded the ‘Premio La Tore’.



 



 



A more detailed synopsis and sample chapters are available on request



 




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