Ipogeo di marciana: prof. cambi, esponga e si esponga
pubblicato venerdì 5 agosto 2016 alle ore 11:47:43
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L'ipogeo di Marciana è da qualche mese al centro di interesse multidisciplinare da parte di noti studiosi. È uscito da pochi giorni nella prestigiosa rivista scientifica RA (Restauro Archeologico, Università di Firenze) un saggio dal titolo “Conservazione dell'architettura funeraria etrusca. Il caso dell'ipogeo di Marciana scavato nel granito”. Per quanto concerne le due congetture di zecca e di neviera, avanzate rispettivamente dal Comune di Marciana e dall'archeologa Alderighi, occorrre sottolineare che la prima è stata respinta dalla prof.ssa Lucia Travaini dell'Università di Milano, curatrice fra l'altro dei due corposi volumi “Le zecche italiane fino all'Unità (Istituto Poligrafico dello Stato, 2011), mentre la seconda è stata bocciata dalla prof.ssa Barbara Aterini dell'Università di Firenze, autrice del volume “Le ghiacciaie: architetture dimenticate”, 2007. Sono in corso anche ricerche, molto promettenti, di archeoastronomia e di metrologia da parte di apprezzati e titolati specialisti. Sarebbe l'ora, perciò, che manifestassero il proprio pensiero anche professionisti nativi (o in importazione temporanea) che si stanno occupando di storia antica dell'Elba.
Mi sovviene che sul nostro scoglio, ormai da parecchi anni, opera in ambito storico-archeologico l'associazione Aithale, coordinata dal portoferraiese prof. Franco Cambi, la quale ha ambiziosi programmi e altrettanto ambiziosi obiettivi. È un decennio che le auguriamo di raggiungerli. È doveroso osservare, però, che sull'ipogeo di Marciana la predetta associazione ha mantenuto un prolungato silenzio. Altrettanto ha fatto Cambi, che se ne è stato apparentemente zitto zitto per ben tre anni.
Eppure, Cambi, lei è un archeologo elbano, questa è la sua materia, questa è la sua isola. Si mormora che l'ipogeo lei l'abbia visto ed esaminato. Perché tace? Anche se il monumento in questione non attrae il suo interesse, basta che dia un motivato contributo dicendo che a suo avviso è una zecca, o una neviera, o una stalla, o il pertugio della befana, o la domus della fata turchina. O cos'altro le sembra, foss'anche un bùo. Esponga e si esponga, prof. Cambi, magari evitando di rifugiarsi in calcio d'angolo, come ha fatto un suo collega che ha messo sullo stesso piano tutte le ipotesi in campo. Non se ne stia rinchiuso nel perimetro dello scavo di S. Giovanni.
Michelangelo Zecchini
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