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«L'Europa sarebbe diventata di fatto un popolo solo; viaggiando ognuno si sarebbe sentito nella patria comune… Tale unione dovrà venire un giorno o l'altro per forza di eventi.


 

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In quest ’ultimo lavoro di Danilo Alessi uscito per i tipi di Persephone Edizioni, un uomo e una donna, si incontrano e si innamorano, vivendo contemporaneamente altri luoghi e le sponde di molti mari mentre, un recente passato, irrompe dalle pagine “intime” ma “collettive” di “L’altra riva del mare”


 

IL GUARDIACACCIA DI Marcello Meneghin:




Il romanzo di Marcello Meneghin è un intreccio di storie vere e di invenzione o meglio di supposizioni. È la ricerca del nome di un assassino. Un intreccio immaginario che si sposa bene con la magia delle montagne.


 

L'ELBA UNA COLONIA :




L'opuscolo "L'ELBA UNA COLONIA" contiene "L'INTERVISTA A MR. X " E " IL PIANO" dove viene analizzata una situzione che mirava a realizzare un piano di colonizazione che avrebbe smantellato e portato, oltre canale, tutti centri direzionali dall'ufficio turistico APT, ai servizi idrici e alla Sanità ecc E anche come gli elbani sarebbero stati sistematicamente esclusi da ogni incarico direttivo. Visto che tutto si è relizzato come previsto, questa pubblicazione ha avuto un valore profetico.

L'OPUSCOLO PUO' ESSERE INTERAMENTE SCARICATO


 

MAGO CHIO' Vita e leggenda del Primo free - climber del Mondo di Giuliano Giuliani:




Mago Chiò era vissuto nella seconda metà dell’Ottocento. Nato a Portoferraio nell’Isola d’Elba qualche anno dopo l’Unita d’Italia in una delle vie più antiche della vecchia Cosmopoli ( nome che fu affibbiato alla città nei primi tempi della sua costruzione


 

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la ricostruzione attraerso la voce dei protagonisti della più grande tragedia che abbia colpito una nave civile nel mediterraneo durante nell'ultimo comflitto mondiale


 

“Passioni”, romanzo di Maria Gisella Catuogno:




“Passioni”, romanzo di Maria Gisella Catuogno che l’Editore il, Foglio Letterario di Piombino, ha portato alla Fiera del Libro di Torino.


 

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Questo libro è per la verità e la giustizia!

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IL NUOVO LIBRO DI LEONIDA FORESI:




UNA PARTE IMPORTANTE DELLA NOSTRA MEMORIA


 

AL'ELBA UN DISSALATORE IN LUOGO DI UN ACQUEDOTTO Sembra quasi inconcepibile in tema di acquedotto che si voglia imporre all’Isola un rimedio di questo genere quando l’acqua piovana all’Elba ha un volume nell’anno, multiplo rispetto a quello di tutte le esigenze invernali e estive di Alberto Zei

pubblicato sabato 27 febbraio 2021 alle ore 09:37:23


AL'ELBA  UN DISSALATORE  IN LUOGO DI UN ACQUEDOTTO





Sembra  quasi  inconcepibile in tema di acquedotto che si voglia  imporre all’Isola un rimedio di questo genere quando l’acqua piovana all’Elba  ha un volume nell’anno, multiplo rispetto a quello di tutte le esigenze invernali e estive




di Alberto Zei

  La suggestiva bellezza dell’ Elba e la zona  agroturistica del Pian di Mola



 



Se qualcuno avesse ritenuto che l’Ente Parco rappresentasse un baluardo a tutela delle peculiarità ambientali delle isole dell’Arcipelago ed in particolare dell’Isola d’Elba, proprio in questi giorni avrebbe la sensazione che qualcosa sta vacillando. E’ infatti in atto una  controversia del Comitato per la difesa di Mola con l’Ente Parco circa le ondivaghe decisioni sul  territorio  in cui la Regione Toscana intende installare il noto dissalatore.



La normativa nazionale stabilisce che le zone interessate ai particolari accorgimenti per l’equilibrio ambientale sono quelle delle aree protette. Infatti, l’ Ente Parco che non si oppone nella sua risposta a ASA al  proseguimento dei lavori del dissalatore, si riferisce  probabilmente al   decreto  della Regione Toscana dell’aprile del 2017, con il quale quest’ ultima  ha escluso dalla zona protetta, inserita nella “Rete Natura 2000”, quella immediatamente confinante in cui ha sede l’impianto di dissalazione;  forse  ritenendo che le richieste di precauzioni ecologiche sul territorio  non abbiano a che fare con la zona interessata.



 



Ricadute ambientali



 Si deve però considerare che le leggi e le normative   hanno tra di loro un rango gerarchico di prevalenza. Qualcuno dovrebbe tener conto che poco dopo, ossia,  nel settembre del 2017, una sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che quando le aree esterne alle aree protette possono avere ricadute  ambientali negative su queste ultime, allora ad entrambe  debbano essere dedicate le medesime accortezze di protezione.



 Non solo, ma vi è anche una normativa della Comunità  Europea recepita nel nostro ordinamento giuridico con la sua riconferma  del 2006, la quale stabilisce che le Autorità competenti devono dare il loro accordo ai progetti, quando questi stessi comportano  il rischio ecologico di ripercussioni negative sull’ambiente.



La  disposizione  di legge  chiede  questo tipo di pronuncia  non già sulla certezza di un danno futuro difficilmente prevedibile, ma sulla probabilità che questo possa verificarsi. L’Ente che invia il proprio parere deve solo tener conto del “principio di cautela”, ossia di quel principio prudenziale che deve essere adottato quando non si può escludere il possibile impatto negativo sul territorio protetto.



Uno degli inconvenienti previsti  è quello della dispersione idrico-salina di una vasta zona agricola posta intorno all’impianto. A questo si  aggiunge  il paventato utilizzo dell’ acqua   salmastra  delle falde artesiane  all’interno della zona  di Mola che verrebbero utilizzate  per integrare la mancanza di sale dell’ acqua distillata ricavata dal dissalatore.



Quindi,  qui non si parla di certezza anche se prevedibile,   perché è sufficiente la sola probabilità che l’evento possa avvenire, affinché le Autorità competenti non concedano  l’autorizzazione a fare qualcosa che in seguito diverrebbe irreversibile.



 



Quale previsione



Chi conosce  in modo sufficiente  la zona di Mola  non può ignorare  la                           prevedibile  certezza dell’avanzamento dalla costa  del cuneo salino nei terreni circostanti, durante il funzionamento del dissalatore. Tutto ciò, sicuramente a conoscenza degli addetti ai lavori, doveva essere sufficiente per impedire alla  società ASA di continuare l’ opera, mentre allo stato delle norme vigenti sulla tutela del territorio,  queste non sembrano  tenute nel debito conto. 



Né d’ altra parte,  insistere sulle caratteristiche tecniche della condotta di carico e scarico marino come se fosse questo il solo problema dell’acquedotto, non sposterà di una spanna, la serie dei problemi ingegneristici e progettuali  fino adesso ignorati, a prescindere dalla scia di omissioni  di legge relative a certe decisioni.



 



Le motivazioni di nullaosta 



Va anche aggiunto che l’assenza di rischio ambientale non può essere dichiarata semplicemente attraverso un’interpretazione personale, basata sul libero convincimento di chi così si esprime. La motivazione dell’assenza di rischio  deve essere argomentata, sostenuta e dimostrata, con apposita relazione la cui firma del responsabile rappresenta la garanzia che non si verificheranno nel futuro inconvenienti prevedibili al momento della sottoscrizione dell’atto.



Il principio di cautela non è una pretestuosità finalizzata ad impedire  la costruzione del dissalatore. Tenuto conto come prima accennato,   della particolare conformazione del territorio intorno a  Pian di Mola, la risalita dal mare  del cuneo salino nei terreni agricoli, sarà oltretutto facilitata  dall'eccessivo abbassamento  delle falde artesiane; abbassamento   che durante l’estate arriverà  perfino ad una decina di metri sotto il livello del mare. Questo dislivello  provocato dal pompaggio  nei pozzi, comporterà la risalita di acqua di mare  e  inevitabilmente nel tempo, un largo avvelenamento salino nel territorio circostante.



 



 



Il livello delle  falde



Questa anomalia ingegneristica sperimentale, a quanto è dato sapere, mai tentata prima, intenderebbe ricavare in tal modo l’ acqua potabile destinata ai vari Comuni dell’  Isola, come si trattasse di popolazioni da esperimento.



 Ma in questo caso la diluizione dell’acqua distillata proveniente dall’impianto dovrebbe essere costantemente integrata con un dosaggio ben preciso e continuativo di miscelazione di acqua locale, la quale invece sarà soggetta a una diversificata   variazione dei sali  in funzione della piovosità,  della stagione, dei mesi, dei  giorni e addirittura delle diverse ore di maggiore o minore consumo e della  variazione del livello di falda  della stessa giornata. Non dovrebbero esserci dubbi e anche per i soli  possibili disequilibri  di dosaggio che una soluzione di questo genere meriti una secca bocciatura. 



 



Il principio di cautela



Anche se la  certezza dell’ evento negativo accennato  si volesse chiamare soltanto ”rischio”,  non si comprende come  l’Ente  Parco possa dare  temerariamente l’implicito nullaosta al proseguimento della costruzione dell’ impianto attraverso una dichiarazione di sicurezza non dimostrata, per  garantire senza adeguate spiegazioni, la realtà futura.




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