ANCORA SU FALETTI E LE TRADUZIONI “ ALLA LETTERA” G.Muti
pubblicato lunedì 9 settembre 2019 alle ore 16:58:33
Qualche giorno fa abbiamo risposto ad una signora che interveniva sulla rubrica “UN GIORNO . . . UNA PAGINA” suggerendo di pubblicare Del Bono, Barbiellini e Faletti . leggi qui
Nella risposta abbiamo ricordato quando Faletti fu accusato di non essere stato l’autore dei suoi romanzi. Lui la prese a ridere. Il critico aveva scoperto che alcune frasi erano state tradotte alla lettera dall’inglese, ma in italiano non avevo alcun significato. Ne dedusse che non solo quelle frasi erano copiate, ma tutto il libro Noi non eravamo interventi per difendere Faletti dall’accusa assurda di non essere l’autore dei suoi romanzi, ma per mettere in evidenza i limiti di chi lo criticava , che sosteneva che i modi di dire, i proverbi ecc mai possono essere tradotti alla lettera.
ANCORA SU FALETTI E LE TRADUZIONI “ ALLA LETTERA G.Muti
pubblicato domenica 18 marzo 2012 alle ore 11.36.09
Do per scontato che chi legge conosca i termini della polemica e scrivo alla buona, senza andare a controllare le citazioni che faccio, perché sarebbe troppo complicato e quindiposso scrivere imprecisioni.
Tanto per incominciare “ non girare intorno al cespuglio” scritto da Faletti non è la traduzione letterale di “Don’t beat about the busch” , come dice la traduttrice, ma di un’altra versione : “ Don’t beat around the bush” , che ha lo stesso significato, ma che contiene “around” ( “ intorno” ) utilizzato da Faletti . E’ un’osservazione pignola , ma l’imprecisione esiste
La traduttrice mi lascia perplesso anche quando lascia intendere che i modi di dire non possono essere tradotti alla lettera. Invece in alcuni casi possono essere tradotti alla lettera . Lo stesso problema nasce anche nella traduzione dei proverbi. Vediamo qualche esempio di modi di dire e proverbi così come mi vengono in mente.
Incominciamo dallo spagnolo : “ Caballo regalado no se mira el diente.” ( A caval donato non si guarda in bocca) Qui c’è una leggera differenza , ma la possiamo dare per buona. Un’altra: “dime con quinen andas y te dirè quien eres”( dimmi con chi vai e ti dirò chi sei)
E adesso passiamo all’inglese : “ All’s well that ends well” ( tutto bene quello che finisce bene ) questo è ripreso da un’opera Shakespeare ispirata ad una novella del Boccaccio. Però non ricordo il titolo . In tedesco abbiamo : “Jenseits von Gut und Boese,” ( “Al di la del bene e del male” dal titolo di un opera di Nietzsche e poi abbiamo “ Eine Schualbe make noch Keine fruihiling ( Una rondine non fa primavera) E in francese :” jamais duex sans trois” ( Mai due senza tre) e “Vider le sac” ( vuotare il sacco). E ce ne sono molti altri.
Poi ci sono modi curiosi di tradurre. Quello più interessante e di non tradurre affatto. In inglese , per esempio, per indicare la pittura fatta di getto si utilizza l’espressione italiana “ alla prima “ quindi senza tradurla. Altro caso interessante. Quando l’espressione attribuisce caratteriste negative ad un popolo, nelle traduzione , spesso, viene modificata a vantaggio di chi traduce.
Facciamo un esempio. Se un gruppo di persone sono impegnate a fare qualcosa di impegnativo e uno di loro, zitto zitto, se la svigna - noi diremmo se ne va alla chetichella - in francese si dice “ Filer all’englaise”. Ma gli i inglesi si vendicano traducendolo “ take a french leave” Cioè svignarsela alla francese
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