NESSUN ATTEGGIAMENTO CENSORIO CONTRO L’EX SINDACO DI RIO ALESSI
pubblicato sabato 21 aprile 2018 alle ore 09:39:11
L’intervento degli ex consiglieri di Rio Elba, dove si comunica la loro intenzione di ricorrere avverso la sentenza delle Corte dei Conti , contiene questo passaggio
“Sentono il bisogno, inoltre, di esprimere il proprio rammarico per l’atteggiamento censorio attuato da alcuni media online locali che, a differenza di altri quotidiani, hanno omesso di pubblicare in toto o in parte il comunicato a firma di Alessi e da tutti noi condiviso, in risposta a ben due precedenti dichiarazioni dell’ex sindaco De Santi, a cui, al contrario, era stato offerto ampio spazio e visibilità. Un deplorevole episodio che ci auguriamo non debba ripetersi e che pone in rilievo la necessità di garantire sempre e comunque una informazione obiettiva, libera e rispettosa dei diritti di tutti.”
Anche questa testata ha pubblicato l’intervento di Alessi, dopo avere tagliato alcuni passaggi che, a nostro avviso, potevano essere oggetto di una denuncia per diffamazione. Denuncia che ,in questi casi, può coinvolgere, non solo l’autore del pezzo, ma anche chi lo pubblica.
Ecco uno dei passaggi tagliati.
“ Ancora una volta, nostro malgrado, ci è doverosa una replica all’arch. De Santi, l’unico sindaco elbano che passerà alla storia – o, forse, è meglio dire alla peggiore cronaca dell’isola -, per aver indotto i propri consiglieri a farlo dimettere a causa della sua manifesta incapacità di governo del paese e per aver profondamente diviso e lacerato una intera comunità con un numero impressionante di denunce che, ad oggi, si sono dimostrate vacue e prive di fondamento.”
Allora, se si afferma che Claudio De Santi sarebbe l’autore di un numero impressionante di denunce, perché non provarlo rendendole pubbliche. Magari anche solo in un numero limitato. Ma siccome chi ne avrebbe avuto un vantaggio, perché questo avrebbe confermato le sue accuse , non lo ha fatto, è logico pensare che sia piuttosto difficile se non impossibile.
Anche perché nella sentenza viene chiarito, in modo definitivo, proprio questo punto: la denuncia che ha innescato l’accertamento portando a questa prima condanna non è partita da De Santi, ma dal Dipartimento Affari Regionale dell ’Ufficio dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nulla sembra escludere che così non possa essere anche per le prossime indagini e eventuali condanne. Pertanto esiste la quasi certezza che le affermazioni , secondo le quali De Santi sarebbe l’autore di innumerevoli denunce, non sono sopportate da fatti. Quindi, a nostro avviso, non si può escludere che vi siano gli estremi per procedere legalmente per diffamazione ( Art595 c.p. ) . Con le due probabili aggravanti: attribuzione di un fatto o comportamento preciso, e la diffusione a mezzo stampa.
Per questi motivi, il comunicato di Alessi non poteva essere pubblicato integralmente.
La redazione
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