SICCITÀ' GRAVISSIMA E INTERAZIONI CON L'ISOLA D'ELBA di Marcello Meneghin
pubblicato sabato 17 giugno 2017 alle ore 10:06:37
Egr direttore Giovanni Muti
Mi rivolgo direttamente a lei perché vi trovo una grande corrispondenza di vedute con le mie. Voglio qui rischiare di esprimere risultati completamente errati perché far previsioni in campo meteorologico senza avere alcun dato certo come è il mio caso, può portare lontano dalla verità. Se lo faccio qui è solo per far capire come , essendo il sottoscritto tacciato più volte di mancata conoscenza dell’Elba ed inoltre, vista la mia età avanzata, di essere in arretrato rispetto all’attualità, vorrei dimostrare come la mancata conoscenza dell’Elba risieda piuttosto su coloro che hanno in mano le redini dell’Elba stessa.
Dunque è allarme siccità generale in tutta l’Italia settentrionale Elba compresa. Quello che non si è capito è la enorme differenza che sussiste tra la condizione idrica dell’Elba e quella della restante e normale parte d’Italia. Prenderò come esempio il Veneto per la conosenza che ne possiedo. La parte intensamente abitata del veneto cioè quella di pianura dove sono ubicate le città più popolate, gode in relazione al rifornimento idropotabile, di una situazione più che invidiabile. Esistono delle ottime falde che sono alimentate da un bacino imbrifero smisuratamente enorme che comprende, tra l’altro, aree montane come le immense Dolomiti dove si trovano anche ghiacciai perenni, dove sono stati costruiti grandi bacini artificiali, dove le aree montane sono caratterizzate da una grande piovosità annuale e un notevolissimo ripristino invernale dei ghiaccia per caduta di grandi quantità di neve. Di conseguenza le falde artesiane di pianura sono normalmente ricchissime di acqua buona ed abbondante. Cosa sta succedendo in questo momento? Siamo reduci da una invernata con scarsissime piogge e scarsissima caduta di neve, Gli stessi ghiacciai si sono ritirati moltissimo, i bacini artificiali sono vuoti, le riserve sotterranee costituite da immensi ammassi ghiaiosi di montagna sono asciutti e quindi la crisi che si presenta è gravissima, tanto più grave perché nemmeno la caduta di piogge intensissime potrebbe ormai ripristinare l’enorme bacino sotterraneo e superficiale ed i ghiacciai.
La stessa situazione, sia pur in maniera meno grave, riguarda la Val di Cornia alimentata da un bacino imbrifero che, essendo di grande estensione, non può essere ripristinato nemmeno dalle eventuali piogge del momento.
Ma vogliamo capire che la situazione dell’Elba è completamente diversa? Qui siamo in presenza di un bacino imbrifero piccolissimo se paragonato a quelli prima indicati per il quale bisogna aver bene in mente due particolari.
1) Il bacino dell’Elba e quindi i suoi pozzi e le sue sorgenti potrebbero essere ripristinati semplicemente da alcune piogge abbondanti e durevoli che possono benissimo verificarsi anche in questo periodo così come si sono verificate l’anno scorso nel quale una crisi estiva ormai imminente è stata salvata proprio dalle piogge .
2) Occorre tener presente che il territorio elbano, al contrario di quelli prima descritti, è quasi totalmente privo di possibilità di notevoli accumuli naturali e soprattutto ricordarsi di un dettaglio: le acque di pioggia si scaricano prestissimo a mare causa la notevole pendenza del terreno e dopo dieci minuti dalla pioggia non esiste più acqua alla superficie dell’Elba.
La mia conclusione su quanto sopra è duplice. In primo luogo non impossibile che la attuale crisi idrica, mentre sarà gravissima per la Val di Cornia e per tutto il resto d'Italia, possa invece essere sensibilmente alleviata localmente in Isola da piogge intense dei prossimi giorni o settimane, perché, come detto, esistono le condizioni perché ciò possa verificarsi. In secondo ordine, quando si parla di servizio idropotabile elbano bisogna tenere presenti soprattutto queste caratteristiche peculiari dell’Elba e farne tesoro. Questo significa che la prima preoccupazione elbana deve essere quella di predisporre opere atte a trattenere la molta acqua che vi piove e non trastullarsi con altri rimedi costosissimi, pieni di difetti e soprattutto inadatti per l’Isola.
Sig. direttore gradirei molto un suo commento su questa nota.
Marcello Meneghin
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