IL CORRIERE ELBANO CON IL CAPANNONE PACAELMO RIAPRE AFFARI E POLITICA di G.Muti

Ho ricevuto una  telefonata  di un amico. Mi  ha  chiesto   se avevo letto  il  Corriere  Elbano. E  quando  gli ho detto che non lo avevo  ancora letto, mi ha detto   di leggerlo subito  perché  c’era  una  cosa  che mi poteva   interessare da  vicino .

Mi  sono trovato di fronte   ad  un articolo dal  titolo:  “ Nocentini  Gate” e  ho   letto le     prime righe  dove   si    riporta  il testo di un comunicato   della  Capitaneria  di Porto   nel  quale   si comunica  che sono state   denunciate  3 persone  all’Autorità’   Giudiziaria  per  difformità  nei lavori di ristrutturazione   interna di  un capannone  sulla    loppa,  di  cui  proprietario   è  Tiziano Nocentini

Arrivati   a  questo punto   in un attimo sono  ripiombato  nel  clima   di alcuni anni fa,      quando ricostruivo    la  vicenda   proprio    dei lavori  di  ristrutturazione    di quel   capannone    che  coinvolgeva   Tiziano Nocentini ed  altri  e  il ruolo   che  questo  aveva  giocato   nell’intera  vicenda   e  che  aveva  visto  un  gruppo   di persone innocenti finire  in galera.

Il tutto  fini nel  libro  inchiesta  dal  titolo   “AFFARI E  POLITICA – ( Il  fatto non sussiste) “dove  cercavo di spiegare perché  tutto  quello era  successo.

 Continuando a leggere,   il  tono dell’articolo mi  fatto rivivere  il  clima  doloroso  di   quei   giorni,  dove    una minoranza di persone  diffondeva  un  odio   profondo che    contribuiva    a     trasformare   la  vicenda  non solo in un dramma , ma  anche una tragedia    che  ha  lasciato   famiglie    e  amici nel dolore  nella disperazione  

E poi    certo punto    si legge  qualcosa di incredibile  :

 “in  questa     vicenda  a  tinte  fosche  . . . .  ci sono delle relazioni pubbliche  e private  che si  muovono nel  l’universo sotterraneo  dei  colletti bianchi .Una rete  di  rapporti non violenti  , bensì  criminali ,  messe in piedi da persone  rispettabili  e  di elevata  condizione  sociale . . . .”

E’  veramente da  non credere. Solo una  persona  che non  conosce  nulla   di   quest’isola  e  che non conosce la persona  di cui sta parlando  può  scrivere una cosa  simile . Come  è credibile  che  una  persona del livello del Nocentini,  dopo quello che  ha  passato  proprio grazie  a  presunte  regolarità , in quel capannone, adesso   si sia messo   a  far le  cose con leggerezza?   O  addirittura   commettendo   degli abusi?

Di  cosa  si tratterebbe?    L’accusa di avere   costruito  (con regolare  licenza) delle   strutture   in cemento armato   troppo vicino al  demanio pubblico,   in frangendo così  l’ex  art. 55  codice  della  navigazione;    e poi aver  fatto    qualche   difformità  nella  ristrutturazione  interna  del  Capannone .

Sono  certo  che tutto   questo  verrà  chiarito,  ma   qualora  fosse  così  saremmo di fronte ad  errori  che  possono esser corretti.  In un cantiere , imprecisione   piccole  difformità   si possono verificare, ma l’articolo parla   che  questo   sarebbe   il  prodotto  da  un universo sotterraneo   di interessi  in    una rete  di rapporti     addirittura  criminali

Mi  auguro  a che   il  direttore  ci  ritorni sopra   e     cerchi  di rimediare, perché fare  il  giornalismo  d’inchiesta   va   bene ,  farlo  in  modo aggressivo   va  ugualmente   bene, mettere  il dito  nella piaga, come  si, dice  può essere  utile per  ottenere  di  risultati, ma non si  dovrebbero passare  certi limiti

E’  vero   che  celebri  inchieste  giornalistiche hanno modificato  il  corso della storia e  si  può capire  che   giovani giornalisti   inseguano  dei  modelli   e vogliano   fare   giornalismo alla  Cabbanelli,  come  dice  il Direttore  nel  suo editoriale,  e   anche utilizzare     il  titolo  dell’articolo  “NOCENTINI  GATE”  per  alludere   al  WATERGATE, l’inchieste  che fece  dimettere  il presidente americano.  Avere    grandi modelli  va  bene,  ma  il Corriere Elbano non      è il   Washington Post    e    chi  scrive non è  Woodwoard  ne’ Bernestein  e   non siamo in America

Qui siamo in  posto  piccolo e  ci conosciamo tutti .    Trattare   questa vicenda   senza  tenerne  conto, non è mettere  il dito nella  piaga  come  faceva la Gabbanelli alla  Rai  per  sollevare  problemi  veri,       ma è metterlo  in una  grande   ferita per  certi versi ancora  aperta.

 Solo  qualche  giorno  fa, Sandra  Maltinti, all’epoca   responsabile  dell’ufficio tecnico,   e  finita in carcere anche lei  per delle  irregolarità al  solito  “Capannone” ,   ha  raccontato, con  sofferenza   la  sua  vicenda  alla trasmissione  “ IO  SONO INNOCENTE. E’  la  secondo volta   che  la  Rai   se ne  occupa,   e sempre  in prima serata   e  nelle  ore  di massimo ascolto,  considerando  ,  quindi,  quella storia     un  errore  giudiziario clamoroso.  

La    guerra   che  il Corriere  Elbano  ha scatenato  contro la l’Associazione  Elba On lus,  e  l’Associazione  Albergatori può  avere  le  sue  ragioni,  ma  non    dovrebbe scendere  a  questi livelli.

 Questo intervento così  duro  ha fatto rivivere  un  grande  dolore.  Non solo  alle  persone    finite  ingiustamente  in carcere,    e  che    vorrebbero dimenticare,  ma  anche   alle  famiglie  e  a  tutti gli   amici  e  a  tutti  coloro che li stimano e  che gli vogliono bene.

C’è  da sperare  che  il giornale   consideri tutto  questo   e  cambi linea.   Se non lo  farà  aspettiamoci, da  parte del le persone  coinvolte, comprensibili  reazioni.